Sfatare falsi miti: il fotovoltaico non ruba terreni all’agricoltura

L’opinione comune ritiene che l’espansione fotovoltaica danneggerà la già debole agricoltura italiana. Per installare sempre più impianti fotovoltaici si pensa che si andranno a sacrificare terreni agricoli per la produzione di energia solare. Dati alla mano, è possibile invece sostenere il contrario, visto che il fotovoltaico può anzi sfruttare una parte di terreni già abbandonati e non utilizzati.

Italia Solare si è occupata la settimana scorsa di chiarire alcuni falsi miti, per combattere la disinformazione sul fotovoltaico. Queste false opinioni possono ostacolare la lotta ai cambiamenti climatici. Sun Contracting analizza uno dei cinque punti, sentendosi particolarmente chiamata in causa. La strategia aziendale è quella di sfruttare al meglio lo spazio già disponibile per l’espansione del fotovoltaico.

I veri dati dell’agricoltura

La superficie agricola disponibile in Italia è pari a 16,6 milioni di ettari, di cui 12,4 sono i milioni di ettari effettivamente utilizzati. La quota di superficie agricola utilizzata è in costante diminuzione, e con la cessazione di attività agricole su terre meno produttive si creano sempre più superfici dismesse. Si tratta di 4,2 milioni di ettari di terreni agricoli abbandonati o non utilizzati.

Lo spazio necessario per il fotovoltaico

Per raggiungere gli obiettivi climatici europei entro il 2030 è stato calcolato che in Italia sono necessari 43 GW di nuovi impianti fotovoltaici; questi occupano complessivamente una superficie di circa 56.000 ettari. Tenendo in considerazione che lo sviluppo fotovoltaico mira innanzitutto ai tetti (per un 30% delle superfici necessarie), rimarrebbero solo 39.000 ettari da usare per nuovi impianti fotovoltaici a terra.

Il fotovoltaico sfrutta le superfici abbandonate

Secondo i dati Ispra e i calcoli relativi all’espansione necessaria delle rinnovabili, il fotovoltaico a terra richiederebbe solo lo 0,9% dei terreni agricoli abbandonati. In nessun modo si andrebbe quindi a intaccare i suoli coltivati, se non eventualmente con innovativi modelli di agro-fotovoltaico. Si sfruttano invece suoli inutilizzati per la produzione di energia solare ecologica. L’unica questione che potrebbe a questo punto rimanere d’ostacolo è quella relativi ai costi. Ecco che il Contracting fotovoltaico offre una soluzione al problema economico.

Il Contracting fotovoltaico utilizza il potenziale disponibile

Il Contracting fotovoltaico è il modello sviluppato dall’azienda Sun Contracting che permette di azzerare i costi d’investimento, nonché tutte le spese successive per il mantenimento di un impianto fotovoltaico. Sun Contracting affitta una superficie idonea per installare un impianto fotovoltaico, dimensionato in base al massimo sfruttamento possibile dello spazio a disposizione. In questo modo, anche in presenza di autoconsumo di una parte dell’energia generata dall’impianto, è possibile ottenere dei guadagni immettendo tutta l’elettricità in eccesso nella rete pubblica. La corresponsione dei chilowatt immessi contribuisce al finanziamento di ulteriori progetti fotovoltaici di Sun Contracting.

Ritratto aziendale

Sun Contracting AG, insieme alle sue partecipate, lavora nel settore fotovoltaico ormai da più di undici anni e ha raggiunto un certo successo grazie soprattutto al suo modello di Contracting fotovoltaico. Attualmente il gruppo aziendale gestisce in Austria, Germania, Liechtenstein e Slovenia 313 impianti fotovoltaici in Contracting. Complessivamente si calcola una potenza fotovoltaica installata e progettata di 92,8 MWp distribuita nei quattro Paesi. Sun Contracting è anche attiva nel campo degli investimenti sostenibili. L’emittente degli investimenti è la società controllata Sun Invest AG, che ha appena rilasciato due obbligazioni (Sun Invest Registered Euro Bond 2021 e Sun Invest Registered CHF Bond 2021), entrambe sottoscrivibili online fino all’agosto del 2022.